irène némirovsky, il ballo

irène némirovsky, il ballo, ed. adelphi
80 pagine fresche e scorrevoli.

l’autrice forse avrebbe potuto essere più cinica nei confronti dei signori kampf e forse avrebbe potuto fare di antoniette l’icona della giovinezza superba schiacciata dalla stupidità degli adulti.

invece i signori kampf sono patetici ma non fino alla macchietta e antoniette è solo una sciocca bambina viziata che vuole essere come sua madre. è cattiva? sì, ma non fino in fondo, non contrappone la loro ottusità alla sua intelligenza, ma solo una giovane arroganza a una vecchia ridicola protervia.
non ho letto altro di questa scrittrice russa ed ebrea, emigrata a parigi con la rivoluzione e morta per mano dei nazisti nel ’42 (destino tragico questo di scappare a una morte per incontrarne un’altra forse peggiore).
se non ne avessi sentito parlare bene forse non leggerei altro, ma bisogna anche dire che io non amo le novelle e i racconti, non amo i romanzi brevi. io amo lasciarmi avvolgere dalle storie, vivere con i personaggi, e per far questo ho bisogno di tempo e di più di 80 pagine.

per questo la suite francese, con le sue 300 pagine, già mi attira, per verificare quello che mi è stato detto della scrittrice russa ebrea parigina dal tragico destino.

copertina del libro di Irène Némirovsky, Il ballo, ed. Adelphi                    copertina del libro di Irène Némirovsky, Suite francese, ed. Adelphi