11di52 – Vineland, di Thomas Pynchon

Di Thomas Pynchon, ho iniziato a leggere L’arcobaleno della gravità, ma mi sono dovuta interrompere allo scadere del prestito interbibliotecario. Ci sono libri che richiedono ben più di una settimana e talvolta anche più di un mese per essere letti, L’arcobaleno è uno di questi.
Ma la scrittura di Pynchon mi aveva affascinato e così ho riprovato, con un tomo meno lungo e, speravo, meno impegnativo.
Mi sono ritrovata immersa in un racconto di avventure strampalate, di ninja girl e hippie, spie governative e procuratori senza scrupoli. Una storia che mi ha fatto più di una volta pensare a Kill Bill, il che è tutto dire 🙂
Un racconto che procede dritto per la sua strada fatta di continui, improvvisi e non segnalati deragliamenti, verso il passato o verso altri luoghi, che si perde a seguire un rivolo di storia minimo, la vita in 5 pagine di un personaggio secondario. È la storia di Praire, figlia di Zoyd e della bellissima e inafferrabile Frenesi, che l’ha abbandonata, bambina, per seguire un destino di cui a poco a poco, nel corso del romanzo, si capisce il senso.
Senso che il libro sembra non avere. Ma la lettura è piacevole, lo stile affascinante, la storia ti cattura e Pynchon è davvero uno splendido narratore, con quel tanto che serve di critica alla società per darti l’impressione di star facendo anche una cosa intelligente (mentre stai solo perdendo tempo leggendo un libro).