12di52 – Tutta la luce che non vediamo, di Anthony Doerr

Ambientato tra la Francia e la Germania, dal 1930 circa al 2014, a capitoli alterni racconta la storia di Marie-Laure e di Werner, i cui destini si incrociano, nell’etere, insieme alle onde della radio.
Due ragazzi diversi in tutto, ma che in comune hanno il senso dell’udito. Marie-Laure è cieca (non dalla nascita, ma per una malattia) e si affida ai suoni per orientarsi e conoscere/riconoscere il mondo. Werner è un appassionato di radio, di cui impara tutti i segreti da autodidatta.
Le loro vite restano sconvolte dalla guerra ma si incroceranno alla fine di tutto, al momento giusto (e solo dopo aver scoperto che si erano già incrociate tanti anni prima attraverso l’etere tramite le onde radio).
Tutta la luce che non vediamo è un romanzo che non si riesce a posare, che si legge fino alle 2 di notte, fino alla fine.
Scritto con parole ricercare e difficili, ricco di erudizione (i nomi di crostacei, molluschi, piante, uccelli e minerali da cercare su wikipedia) ha però uno stile semplice che nomina e ti mette di fronte tutto quanto accade (tutto quanto Marie-Laure e Werner “sentono”, dalla primavera agli orrori della guerra fino al buio di una soffitta e all’umido di una grotta sul mare) e una struttura che facilita la lettura, fatta di brevi capitoli che ti invogliano a proseguire.
Scopro ora che Anthony Doerr con questo romanzo ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2015 e mi domando perché ci ho messo 3 anni a leggerlo.