attese e bivi

talvolta mi capita di andare a vedere film che basano tutto il loro intreccio sugli universi o mondi paralleli (sliding doors, deja-vu, the butterfly effect, donnie darko).
mi affascina questa cosa, l’ipotesi che forse mentre io vivo questa vita qui, ci sono altre me che hanno fatto scelte diverse e hanno vite diverse.
c’è una me restauratrice arrampicata su un ponteggio?
c’è una me storica dell’arte, che lavora all’università?
c’è una me che ha deciso di restare e che ora, in questo momento è dietro una porta di ospedale ad aspettare buone notizie?
di sicuro c’è una me che invece ha deciso di andare e ora si angoscia a distanza, e non ha più alcun diritto di aspettare dietro una porta di ospedale le buone notizie.
questa me qui, adesso, nonostante la sua vita, questa vita qui parallela a tutte le altre, le piaccia, si domanda in che modo quel battito d’ali ha provocato questo uragano.
a questa domanda non c’è nessuna risposta.
perché la vita non ti da mai la risposta.
e giusto e sbagliato sono solo parole, e sono parole che hanno un senso solo alla fine di tutto, quando il loro senso sarà però inutile.
senza diritti e senza permessi io aspetto.
mi auguro che tutto vada bene.
desidero che l’uomo che ho amato tanto guarisca.