vita

vita.
di questo parlano i due libri di Pasolini.
Ragazzi di vita, il primo dei due, è un libro corale privo di un vero e proprio protagonista (anche Riccetto è più una scusa per seguire il fil rouge che il vero protagonista della storia).
il secondo, Una vita violenta, come già il titolo esprime, è il romanzo di uno. Tommaso.

la parola nei due libri è una misuratissima e accurata ricostruzione del dialetto vero delle borgate romane degli anni ’60.
parola violenta, cruda e sboccata.

in ogni momento il pensiero dei personaggi viene riportato senza sbavature, senza esagerazioni, senza eccessi.

per questo il dialetto pervade anche la parte narrativa dei romanzi e non rimane limitato ai dialoghi, perchè sono loro, i ragazzi di borgata che pensano in quelle pagine.
i contadini del friuli del Sogno di una cosa e di Amado mio diventano sottoproletariato urbano della capitale e, come lì albergava l’innocenza e la semplicità, qui vive il degrado e il malessere. nei romanzi romani niente è più ingenuo. però c’è ancora molto di istintivo e di umano e proprio questo ci porta a provare pietà per i protagonisti e rabbia per lo stato in cui si trovano.

la "resurrezione" di Tommaso avviene quando comprende che, nonostante tutto, anche lui ha dei diritti e di conseguenza arriva a comprendere anche la natura dei suoi doveri.
Tommaso muore, ma muore da eroe.
muore da eroe quando, in un certo senso, eroe non lo è più, quando diventa un cittadino, quando smette di essere eroico il suo sopravvivere nelle condizioni degradanti in cui era costretto.

a oltre cinquanta anni di distanza dalla stesura di questi romanzi (ragazzi di vita uscì nel 1955, una vita violenta è del 1956) roma è cambiata molto ma nello stesso tempo è rimasta molto simile ad allora. per ritrovare Riccetto e Tommaso basta spostarsi un po’ più verso l’esterno, verso le nuove periferie. Quando il Tiburtino e Torpignattara sono diventati quartieri residenziali altri nuovi quartieri popolari sono nati e nella Roma del nuovo millennio ancora intere famiglie vivono dentro scuole occupate, giovani borgatari "scendono a Roma" come unni sui loro motorini truccati e parlano la stessa lingua di Riccetto e Tommaso, interi gruppi vengono ammassati in case popolari che sembrano ghetti.

un po’ dell’indignazione di Pasolini dovrebbe coglierci ancora, un po’ della sua pietà e del suo amore.

copertina del libro Ragazzi di vita, di Pier Paolo Pasolini , ed. Garzanti          copertina del libro Una vita violenta, di Pier Paolo Pasolini , ed. Garzanti