silvestri, per favore…

daniele silvestri
il concerto
due giorni fa dicevo, quasi senza pensarci e senza sperarci, tra me e me: "chissà se farà marzo 3039" (che è la canzone che ultimamente fa compagnia alle mie scorribande serali in bicicletta)

così, quando le luci nella cavea si sono spente per poi riaccendersi nel boato solito che accompagna gli artisti sul palco le prime note sono state una promessa mantenuta.

silvestri annuncia: "non sarà il solito concerto politico di silvestri, sarà un viaggio"
e infatti così è stato.
tante le canzoni facili, leggere, vacanziere, quelle che piacciono tanto e tanto passano in radio.
ma non sono mancate le canzoni del silvestri "politico", non è mancato l’uomo col megafono, il mio nemico, kunta kinte.
i nuovi arrangiamenti, così "elettronici" e le chitarre distorte delle nuove versioni mi sono piaciuti, è stato come ritrovare cose note dopo tanto tempo, ma senza la polvere degli anni posata sopra.

alla fine del viaggio, dopo quasi 3 ore di musica, l’esplosione di cohiba fa saltare in piedi tutta la cavea.

finalmente.
anche se gridare "venceremos", oggi, fa un po’ un brutto effetto.

p.s. unico appunto (perché io cerco la perfezione che non esiste…) daniele, per favore, niente più concerti in posti in cui non si può stare in piedi a saltare, a ballare, a tirare pugni all’aria.