pugilato

perché una come me […] ama così tanto un posto come quello […]

tutto farebbe pensare, conoscendo me e vedendo quel posto, tutto farebbe pensare che nulla in comune potrebbe mai esserci tra queste due entità e nessuna comunione tra le due cose, nessun punto di contatto, nessuna affinità.

eppure quello lì è il mio posto preferito.

amo sopra ogni cosa la porta dipinta di blu, un po’ scrostata, che si apre come le porte di un saloon.
quando spingi l’anta di destra ed entri la prima cosa che ti colpisce è l’odore. un odore aspro e pungente.
sudore…
subito pensi: è odore di sudore.
ma non è puzza, o, almeno, per me non è puzza, è l’odore della fatica.

poi ti colpiscono le strette scalette, quasi a chiocciola, che si addentrano nelle viscere, nelle cantine di questo palazzo antico, in una via di roma che ha ai suoi capi le due chiese più belle, santa maria maggiore e san giovanni in laterano. anche questo contribuisce al suo fascino, ovviamente, il palazzo dei principi brancaccio.

scendi le poche scale e ti trovi, all’improvviso e inaspettatamente davanti a un mondo magico.
al centro c’è un ring, alto, al centro dell’enorme sala, come un totem, con le sue corde tese tra gli angoli.

tutt’intorno una foresta di sacchi. alcuni si portano addosso i segni inconfondibili di anni e anni di pugni. sono rotti, tenuti insieme da nastro adesivo e toppe. altri sono nuovi, belli.
alcuni sono leggeri e veloci, altri lenti e pesanti.
ognuno di noi ha il suo sacco preferito, anche io ho il mio. il mio sacco è leggero (solo 30 kg), veloce e alto, si picchia bene anche con i montanti e mi costringe a essere veloce come altrimenti non sarei.
allenarsi come un pugile, anche non essendo un pugile, ha il fascino della clandestinità e dell’esclusività.
si entra in una realtà che è difficile abbandonare per tornare al mondo normale, alle palestre patinate e pulite, moderne e luccicanti.

qui si fatica, si suda.

qui si viene puniti, se si arriva in ritardo, si viene puniti se non si fa abbastanza, si viene rimproverati fermamente per ogni movimento sbagliato, ogni imprecisione.
ogni errore è un pugno preso, ogni errore può essere fatale, questo ti viene ripetuto a ogni sbaglio.
anche se poi non salirai mai su quel ring, anche se sai che non sei fatta per la boxe, tutto questo mi piace.
mi piace la fatica, il sudore, lo sforzo, la velocità e la forza.
mi piace pensare che tutto questo ha uno scopo: essere pronti (per cosa non so, ma essere pronti è fondamentale!).

e così io, bicicletta e libro nel cestino, tre volte a settimana mi calo in questo antro in cui la mia cultura non vale nulla e quello che valgo dipende dal numero degli addominali che riesco a fare, dove il mio aspetto non ha alcun interesse per nessuno e i miei vestiti suscitano indifferenza, scendo le scale e divento la peggiore praticante di pugilato dell’indomita boxe. la peggiore, ma anche la più innamorata!

2 Risposte a “pugilato”

  1. sarà un caso che due anni fa ho assistito a un incontro di boxe (cantatore vs non mi ricordo) e il giorno dopo mi sono venute le doglie??

    la piccola avrà gradito talmente tanto che ha desiderato venire al mondo con due settimane di anticipo??

    cmq se le dovesse piacere in palestra ce la porti te!

    ari

  2. ciao donna (sempre) incinta!

    per fortuna che c’è il blog, così almeno due parole le scambiamo…

    se vuoi lasciarmi laura sabato ce la porto io a fare boxe, però devo controllare se abbiamno un sacco piccolo e molto basso!

    a presto (e per forza, visto che il fatidico giorno si avvicina),

    frank

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