elias canetti – voci di marrakech

Elias Canetti, Voci di Marrakech
é arrivato il bel tempo, vero? io sto in casa in questi giorni e forse me ne accorgo poco, ma dalla finestra mi sembra di sí. e poi sento i bambini che giocano e corrono e questo, fino all’altro giorno, non accadeva, sarebbe davvero un bel periodo per andarsene un po’ in vacanza, potendo.
l’anno scorso di questi giorni preparavo il mio solito fedelissimo zaino 70 Lt per andarmene 10 giorni in marocco, tra deserti di sabbia e di roccia, polvere, dune e datteri, bambini bellissimi e cammelli puzzolenti.
l’anno scorso ho portato con me in viaggio libri di scrittori marocchini e una guida/racconto che ho amato molto.
quest’anno invece, leggo di nuovo di marrakech, ma senza la prospettiva di partire.

marrakech é stata l’ultima tappa del nostro viaggio. e devo dire che tutto ha complottato affinché fosse anche la piú deludente: l’albergone 4 stelle in periferia, con il peggior cibo mai mangiato in marocco, la nuova guida (dopo che i nostri amatissimi mohammed 1 e 2 ci avevano lasciati per riprendere con un nuovo viaggio in jeep) che ne sapeva meno di noi e non ha fatto altro che cercare di farci comprare tappeti cinesi nelle botteghe dei suoi compari (insomma, se devi prendere una sonora fregatura in marocco tanto vale che ti cimenti da solo, almeno ti diverti di piú).

peró leggendo il librettino (125 pagine) di Elias Canetti mi sono dimenticata di tutte le cose che andarono storte a marrakech e l’unica cosa che mi tornava in mente era la gente, le strade, le botteghe, gli odori, i bambini, i mercati.
marrakech é una cittá mercato, anzi, é la cittá mercato per antonomasia.
alla fine di un deserto assassino marrakech é un giardino di rose e palme, e la gente sembra sempre riconoscente di esservi arrivata, nata, cresciuta e di viverci.
canetti scrive pagine bellissime, che faranno sognare soprattutto chi a marrakech c’é giá stato, immergendolo di nuovo nelle stesse strade, negli stessi suk, sotto lo stesso sole sempre a picco.

In una societá che tiene nascosto cosí tanto di sé, che agli stranieri cela gelosamente l’interno delle sue case, la figura e il volto delle sue donne e perfino i suoi templi, questa intensa ostentazione del produrre e del vendere é doppiamente affascinante […] Per il compratore é una questione d’onore non lasciarsi imbrogliare, anche se l’impresa non é facile, perché egli brancola sempre nel buio. […] Nei suk il prezzo che viene detto per primo é un enigma inafferrabile. Nessuno lo conosce in anticipo, neppure il commerciante, perché di prezzi ce ne sono moltissimi, a seconda delle circostanze. […] Ci sono prezzi per stranieri che si fermano in cittá un giorno soltanto e altri per stranieri che vivono qui giá da tre settimane. Ci sono prezzi per i poveri e prezzi per i ricchi, e i piú alti sono naturalmente quelli per i poveri.
Elias Canetti, Voci di Marrakech, Adelphi Edizioni (pp. 23-25)

copertina del libro di Elias Canetti, Voci di Marrakech, ed. Adelphi