caparezza + arthur schopenhauer – l’arte di conoscere se stessi

concerti e letture – estate 2009 /3
caparezza a rock in roma + l’arte di conoscere se stessi di arthur schopenhauer

caparezza a rock in roma é un tuffo nel passato.
un tuffo nel 2006, quando per la prima volta sono stata a un suo conceerto e ho deciso che lo avrei sposato (davvero, cosí su due piedi vedendolo sul palco saltare come un grillo).
quella sera di 3 anni fa saltai anche io, dall’inizio alla fine, senza sosta.
quest’anno no, ma non perche me ne manchi la voglia, é che le condizioni non sono piú le stesse e forse anche per questo che il concerto mi é sembrato un po’ piú spento del solito. diciamo anche che da quel primo concerto non ne ho piú saltato uno, quindi ne avró visti almeno 4 o 5 in 3 anni (al chiuso e all’aperto, da villa ada all’alpheus, passando per le piazze delle notti bianche e di san giovanni) e forse sono troppi… forse mi sono abituata alle scenette sul palco, che la prima volta mi hanno entusiasmato.
forse perché l’ultimo album mi é piaciuto meno degli altri. ma sono considerazioni tutte mie.

di obiettivo c’é che un concerto di caparezza é sempre un’esperienza divertente, allegra e coinvolgente, perché sul palco tutti quanti contribuiscono a rendere l’atmosfera scatenata e lui (il MIO michele) non si risparmia un minuto.

infine i concerti di caparezza sono belli per la congerie di gente che li frequenta, trentenni con bambini piccoli che cantano insieme tutte le canzoni, quindicenni scatenati, ventenni che riflettono sui testi, donne incinte e neonati. ai concerti di caparezza c’é di tutto, ma entro i 40 anni.
chi vivrá vedrá se questo funambolo delle parole e della musica saprá accompagnarci fino al nuovo decennio o se ascolteremo con rimpianto fra qualche anno i "vecchi ciddí".

l’arte di conoscere se stessi di arthur schopenhauer, un libretto di massime che erano state scritte per essere private e forse private avrebbero dovuto rimanere. cosa ci dicono queste pagine del filosofo del pessimismo? ci dicono della sua misoginia e della sua misantropia, del suo sentimento di superioritá nei confronti degli altri, delle loro parole e dei loro affari.
ci offrono il ritratto di un uomo che decide di restare solo, assolutamente solo, per dedicarsi in modo completo, esclusivo e totale al compito cui si sente chiamato, la filosofia.
ringrazia la sua rendita che gli permette l’isolamento, giustifica la sua difficoltá a vivere con una donna, critica quanti trascorrono la propria vita immersi nel mondo (cioé nelle mondanitá).

una curiosita finale. gli originali del libretto (piuttosto una raccolta di appunti privati) furono bruciati dall’esecutore testamentario che peró, prima di distruggerli, li utilizzó per scrivere una biografia del filosofo. cosí solo con tempo e pazienza si é riusciti a estrapolare da quel testo i passaggi autografi di schopenhauer.
l’ordine peró era perso per sempre, cosí gli appunti sono stati ordinati in modo arbitrario per "argomento"… un po’ come é stato fatto per il corano, i cui versetti sono ordinati per lunghezza.

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