Ancora Annie Ernaux. Ancora pezzetti della sua biografia. Questo romanzo, il primo scritto da lei, uscito nel 1974, parla del padre, della sua vita, da contadino a operaio a piccolo commerciante. Ne parla senza mai farlo parlare, forse perché le sue parole sarebbero troppo rozze o brutali o forse perché è davvero l’uomo a non parlare molto, ad essere di poche parole.
Il sentimento della vergogna che Annie Ernauz inizia a esplorare in questo romanzo, sarà uno dei fil rouge di tutte le sue opere, e darà un senso alla “nevrosi di classe” (come la chiama il sociologo Vincent de Gaulejac) che le fa percepire con tanta chiarezza la distanza tra lei e lui (suo padre) ma anche tra lei e loro (il nuovo mondo borghese in cui desidera essere accettata senza riserve).
È il suo primo romanzo ed è di una forza prorompente, uno stile tagliato con il bisturi, non una parola, non una virgola fuori posto.