fight club di palahniuk

in vacanza, alla fine, mi sono portata fight club. di questo libro ho visto il film, tanto tempo fa, e di palahniuk ho già letto altri libri (invisible monster, survivor, soffocare e l’ultimo capolavoro, ninna nanna). mi mancava questo, l’opera per la quale è più famoso, anzi, grazie alla quale è diventato famoso.
devo dire una cosa che si dice spesso per i libri diventati film, soprattutto la dicono spesso gli snob-saccenti che vogliono darsi un po’ di arie… io comunque la dico lo stesso (sarà perché sono una snob-saccente e voglio darmi delle arie?):
«il libro è molto più interessante del film».
e in effetti nel libro c’è molto di più, l’angoscia è più palpabile, l’ironia più forte. ogni emozione viene fuori meglio.

durante la vacanza abbiamo messo in moto il “prestito circolare”: ognuno passava all’amico il libro appena finito… così fight club ha girato tra i miei amici, ma molto velocemente. quasi subito (la media è stata di circa 15 pagine) tornava indietro con una spiegazione del tipo: «sono in vacanza, tutto questo orrore va bene per l’inverno» oppure «non mi trovo a mio agio con questa scrittura così libera dagli schemi, io voglio soggetto, verbo e predicato».
e il fatto è che tutte le giustificazioni all’interruzione erano valide, il libro in effetti è violento e a tratti orrido, la scrittura è quantomeno “strana”, piena di ripetizioni, frasi brevi accostate a periodi lunghi, di sicuro non lineare, non semplice.
ma credo che non potesse esserci altro modo per scrivere quella storia.

come potrebbe, infatti, essere lucido il racconto di una allucinazione?

dunque in diretta dagli incubi di Durden-Tyler:
«La prima regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club»

p.s. il fatto che tu ti metta le penne nel culo non fa di te una gallina!

3 Risposte a “fight club di palahniuk”

  1. molto bello, poetico.
    e il suo saggio “sull’intolleranza” apre qualche nuovo spiraglio nell’ingarbugliata faccenda ebreo-palestinese. da leggere…

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