Strade Blu di William Least Heat Moon

Ho appena finito di leggere Strade Blu di William Least Heat Moon, cioè William Luna del Caldo Minore (per distinguersi dal padre).
So bene che il libro è un classico e il web non attende certo la mia umile recensione per decretare che si tratta di un capolavoro della letteratura americana “on the road”, ma comunque voglio dire la mia.
William parte perché ha l’impressione che la sua vita sia bloccata, un matromonio fallito, un lavoro dal quale è stato licenziato, possiede poche centinaia di dollari e un furgone. Decide di partire per cercare qualcosa, per capire, per incontrare gente, per vedere il suo paese.
Non ci riesce. L’amara conclusione, a due righe dalla fine del libro, ci ricorda che partire non è la soluzione, che si parte sempre da casa e a casa si fa ritorno. Ma partire è comunque qualcosa soprattutto nel caso in cui una vera soluzione non ci sia.
Da quando ho cominciato a leggerlo una cosa mi capita spesso: guardare alle cose periferiche della mia vita con più attenzione, ascoltare gli altri con più intenzione di comprendere.
Forse partire serve a questo, farci focalizzare su cose diverse da quelle quotidiane e scoprire un senso nuovo negli avvenimenti di tutti i giorni.
William Least Heat Moon, Strade Blu, Einaudi Tascabili.
«Qualche ora prima, quando mi ero fermato alla stazione di servizio il gestore, guardando la targa, mi aveva chiesto: – Da dove vieni, Missouri?
– Da casa.
– Certo. Da quale altro posto si può venire?»