Irvine Welsh, Colla

Irvine Welsh, Colla
sulla copertina c’è scritto «Puro Irvine Welsh al 100 per 100» [commento di ttL de La Stampa]
e questo dovrebbe bastare, per chi conosce già l’autore, questa definizione vuol dire tutto un insieme di cose, come: parolacce, droga e alcol, fighe e scopate, vomito, post-sbornia e sussidi di disoccupazione.
in effetti, tutto questo c’è, nel libro, ma io ho letto anche Trainspotting e mi sembra che in questo ci sia anche dell’altro, per esempio tanta amicizia, gentilezza, una sottile ma furiosa voglia di farcela a venirne fuori dei protagonisti. e infine, è più divertente e meno cupo, meno violento, meno cattivo di Trainspotting.
infine, mi è piaciuto di più.
la colla del titolo è l’amicizia che lega quattro ragazzi dal 1970, quando sono piccoli e vanno insieme alle elementari, al 2002, anno in cui li ritroviamo, per un attimo, ancora insieme, ancora amici, anche se oramai soltanto in tre.

e ora una pagina del libro, siamo nel 1970 e viene presentato il quarto protagonista, Andrew Galloway/Andy/Gally/Piccoletto:

«È stato quando è stato uno dei momenti migliori che mi sono inginocchiato sul pavimento e c’avevo il Beano su una delle sedie grosse che nessuno mi poteva dare noia e c’ho un biscotto al cioccolato e un bicchiere di latte sul seggiolino piccolo e mia mamma e mio papà seduti sulla sedia quell’altra, lui che legge il suo giornale e mia mamma sta preparando il tè e lei è la cuoca più brava del mondo perché prepara le patatine fritte più buone e mio papà è il più bravo papà del mondo perché può pestare tutti e una volta stava per dargliele a Paul McCartney perché mia mamma gli piaceva e lui avrebbe sposato la mamma per primo e se non la sposava sarebbe diventato uno dei Beatles»

ci sarebbero stai altri brani, magari più “interessanti” da trascrivere, ma questo mi sembra un piccolo capolavoro, con la descrizione del flusso di pensieri di un bambino di 6 anni dopo il primo giorno di scuola. un piccolo capolavoro.