geologia di un padre

83 capitoli, uno per ogni anno di vita del padre.
83 scorci, o meglio, 83 reperti.
perché andare alla scoperta del proprio padre non è cosa da storico, né da archeologo, ma da geologo (forse da paleontologo, ma magrelli non usa nessuna parola a caso…).
perché un padre è così a fondo sedimentato dentro di noi che per trovarlo bisogna scavare, strato dopo strato, ma anche pulire, spolverare… come quando, mi immagino, si trova un’ammonite tra il fango preistorico.
e poi i reperti che si trovano non è che sono la precisa fotografia dell’uomo che fu, ma sono solo indizi (come un femore di diplodoco, che non ci dice nulla del colore della sua pelle o della forma dei denti).
poi, quando tutti gli indizi sono lì, sul tavolo, sparsi, ma allo stesso tempo chiari, allora di colpo un’intuizione ci mostra il padre come sarebbe potuto essere, come probabilmente era (o forse anche no).
insomma non una biografia, ma una geologia, appunto.
e un percorso che in tanti si sarebbe felici di saper fare.
perché tirare fuori i ricordi (odori, parole, colori, un vestito, una mossa) è l’estremo regalo, l’ultimo omaggio.
quello dovuto e necessario.

p.s. grazie miriam per il prestito

geologia di un padre, valerio magrelli (da IBS)
geologia di un padre, valerio magrelli (da IBS)