non è un paese per vecchie…

non è un paese per vecchie, il libro di loredana lipperini, è confuso e sembra girare in tondo attorno a qualcosa, e non sempre si ha chiaro cosa sia.
ma è confuso perché è un libro di neanche 300 pagine laddove ne sarebbero servite 3000.
ma 3000 pagine sono invendibili e forse anche illeggibili.
e invece con le sue 300 la lipperini apre un mondo, fa luce su qualcosa, un argomento, delle idee.
l’italia non è un paese per vecchie, non lo è neanche il resto del mondo, a quanto pare, ma l’italia rimane sempre orgogliosamente un po’ indietro (rispetto a fratelli e cugini europei).
i vecchi sono la causa di ogni male, vengono ripudiati, nascosti, maltrattati, uccisi.
vengono sviliti, parlando loro come a bambini, umiliati chiamandoli tutti “nonni”, anche quando non lo sono.
accusati di essere dei mangiapane a tradimento, quando ogni statistica mostra che, se non sono terribilmente poveri, contribuiscono non poco al benessere economico della loro famiglia.
i vecchi sono invisibili, in televisione o nei giornali, a meno che sembrino non-vecchi (perché rifatti, tirati, lisci, nonostante tutto) o si rendano ridicoli (come le velone o gli anziani corteggiatori della maria nazionale).
le vecchie poi, stanno ancora peggio, e, in una classifica dei poveri, risultano ancora più povere, più sole, più abbandonate e più derelitte.

il problema è che la soluzione non c’è, neanche la lipperini ne suggerisce una.
o meglio, forse una soluzione è nelle persone, nei singoli, nel personale.

perché la felicità di questi vecchi dipende da come noi li guardiamo quando li incrociamo per strada, da cosa pensiamo di loro quando li vediamo in fila alla posta, da come rispondiamo loro quando ci chiedono qualcosa.
ovvio che questo non è tutto, ma non sarebbe già qualcosa? non sarebbe già abbastanza?
poi certo, dopo, in seguito, ci vorrebbe uno stato diverso che metta in conto di cominciare a occuparsi anche di cose serie, come, ad esempio, il nostro futuro…