02di52 – Mi sa che fuori è primavera, di Concita De Gregorio

La scrittura piacevole di Concita De Gregorio ci porta a ricordare un fatto di cronaca di qualche anno fa.
La storia delle due gemelline rapite dal padre e scomparse nel nulla.
Era il 2011 e mi ricordo del fatto di cronaca. Me lo ricordo perché ero diventata madre da poco e le questioni riguardanti i bambini mi facevano molto soffrire, e me lo ricordo per un commento fatto da una persona a me cara, un uomo, che mi disse:”Certe donne si comportano seguendo i loro capricci. Ha voluto (la madre e moglie) distruggere una famiglia e quel poverino non ha retto”.
Forse non furono le esatte parole, ma il senso sì.
E io rimasi tremendamente male, perché io so che “sfasciare” una famiglia non è un capriccio, ma un atto di coraggio. Io so che la forza per portarlo a termine, quest’atto di coraggio, è la forza della dispersione, la convinzione che non ci sia altra scelta possibile. Tutto il contrario del capriccio, dunque.
Ma questa la mia storia e non ancora il libro.
Nel libro Concita e Irina alternano le loro voci, scrivono mail, riportano telefonate, parlano.
E in questo dialogo ricostruiscono la storia, montano e smontano mille ipotesi.
Irina lo sa che le sue figlie sono morte, e però non avere un corpo si cui piangere le impedisce di trovare pace, la costringere a continuare a sperare.
Il libro parla del pregiudizio dei maschilisti nei confronti delle donne, in special modo se sono donne importanti, con una posizione nel mondo e se sono donne che decidono di autodeterminarsi (o anche solo di salvarsi, qualche volta).
Il libro parla della brutalità della perfezione, della cattiveria, del dominio e del controllo che distruggono le persone.
La storia parla di Irina che nonostante tutto, nonostante non voglia, nonostante non si senta capace di farlo, a poco a poco ricomincia a vivere. Una vita a pezzi, una vita difficile, che è amara anche nei sorrisi e nelle gioie.
E così mi trovo a ringraziare queste due donne perché hanno deciso di raccontare questa storia straziante.