pedivella

dell’ebbrezza della bici

stamattina mi sono svegliata stanca.
gli occhi ancora brucianti e la mandibola incastrata, segno che ho stretto i denti stanotte, non un segno buono. preparare la colazione, poi, è sempre una maledizione per me, una cosa che odio fare, ma talvolta mi tocca (i turni, ci sono i turni…). riempire la borsa è stato come al solito complicato e la borsa è diventata a poco a poco sempre più pesante, il libro di inglese, il libro sul defensive design, le moleskine, il lettore mp3, un paio di blocchi di fotocopie (articoli in inglese su designing web navigation e designing interfaces), la normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori, che una collega mi ha chiesto e io, da brava RSU le voglio portare, il portapranzo.

insomma la giornata è iniziata così così, forse è inutile elencare tutte le microscopiche cose, i piccolissimi inciampi che non promettevano nulla di buono.

e poi la bici che pesa, farla uscire dal cancello un po’ stretto è complicato, stamattina nè io nè lei andavamo dritte.

sono salita in sella e lo shuffle del mio lettore ha deciso che stamattina avevo bisogno dei negramaro così è partita

"nella mia stanza per altre vie da te ritornerei…"

cantare ad alta voce passando veloce a fianco delle macchine ferme in fila è stato piacevole, bucare i primi semafori rossi mi ha fatto star meglio.

"… da parte a parte il cielo legherei alle mie dita e crolli il mondo su di me…"

poi il solito incrocio, tra quella via trafficata e quella piccola in salita che costeggia un parco (un giardino più che un parco, ma in città ci si accontenta anche di poco), non mi piace fermarmi a questo incrocio, preferisco prendere la salita di slancio, ma oggi non ho potuto. mi sono infilata tra le macchine e ho messo un piede a terra.

"…di carta e inchiostro il tempo vestirei…"

un colpo di vento e miliardi di petali rosa mi sono caduti addosso. piovevano allegri e leggeri, volteggiando e rincorrendosi.

"… troppo tempo che vorrei poterti dire che io… io non sento la distanza io non sento la distanza nella mia stanza…"

petali rosa, musica, ruote, vento, sole.

sono arrivata in ufficio che ero una persona nuova.


p.s. stamattina ho dimenticato il caschetto, sarà per questo?