mordecai richler – la versione di barney

la versione di barney panofsky é diversa.
terry mcIver, nonostante lo scherzo finale di morire per primo (consegnandosi inesorabilmente alla gloria), ha raccontato un mucchio di ignobili bugie.
e alla fine del libro ci si rende improvvisamente conto che sí, forse barney panofsky ha vissuto una vita dissipata (come d’altronde ci confessa fin dalla prima pagina), ma é stata la vita dissipata di un ingenuo, di un puro di cuore
ho iniziato a leggere il libro piú di una volta negli ultimi anni, ma a pagina 30 o giú di lí finivo sempre per accantonarlo sul comodino, e a poco a poco il libro, pesante e voluminoso, finiva alla base della famigerata pila che minaccia di precipitare a ogni cassetto sbattuto.
poi, pentita, dopo qualche tempo tornavo a disseppellirlo e ricominciarlo da capo.
niente da fare. al primo attacco sulla prima partita di hockey desistevo di nuovo, e lui via giú, di nuovo in fondo alla pila.
cosa é successo l’altro ieri invece?
forse la cronica carenza di libri che mi afflige negli ultimi tempi [e qui é doveroso spiegare che, in attesa di un trasloco che é stato poi rimandato piú e piú volte, ho inscatolato tutte le mie librerie tra il 2 e il 6 di gennaio, lasciando fuori solo una quindicina di volumi non letti, che ho tragicamente finito di leggere, ultimo la versione di barney, proprio in questi giorni…]. dunque dicevo la cronica mancanza di libri che mi affligge mi ha fatto acquisire la giusta dose di pazienza, la pazienza necessaria a superare lo scoglio delle 50 pagine, a comprendere che era assolutamente inutile cercare di capire le azioni dell’hockey sul ghiaccio e ricordare i nomi dei campioni, e arrivare difilato, d’un colpo solo, a pagina 484, e arrivarci con le lacrime agli occhi.
bastardo di un barney panofsky! che scherzo indecente!
d’altronde é questo che fa un bel libro, un libro scritto bene. ti fa vivere una vita di piú, una vita che tu non avresti potuto vivere per colpa delle coordinate spazio-temporali (la parigi degli anni ’50 o il canada degli anni successivi), o per mancanza di coraggio o di codardia (nel caso di barney anche per l’impossibilitá di reggere simili livelli di alcool).
la vita dissipata di barney panofsky é bellissima da leggere, struggente e commovente, con le sue continue digressioni, talmente lunghe, articolate e necessarie, da formare la trama stessa del racconto, con la sfiancante lotta contro gli scherzi della memoria (il nome dell’attrezzo per tirare su la minestra? e i nomi dei sette nani? e quello del regista e dello sceneggiatore del padrino?), con le note e la postfazione aggiunte dal figlio mike, gli inserti dal libro dell’acerrimo nemico mcIver, le assurde lettere anonime spedite per il mondo, il libro scorre nella storia dal 1950 al 1996, quasi 50 anni di amori fulminanti e totali, amicizie per la vita, ricchezza e rancori, parole di yiddish esilaranti, e un omicidio e un suicidio (oppure due suicidi).
il libro, raccontato in prima persona, riporta le (esilaranti) note a pie’ di pagina del figlio, che correggono gli errori spiccioli o forniscono versioni alternative tratte da ipotetici "appunti", brani trascritti del libro di mcIver, e innumerevoli altri stratagemmi che lo trasformano in un falso vero diario.

"La dedizione della Seconda Signora Panofsky al piacere era inesauribile. La vita, per lei, era un esame da superare a pieni voti."

"In mezzo a tutti quegli sconosciuti che gremivano il Ritz mi sentivo completamente fuor d’acqua. Mi giravano potentemente le scatole, ma all’improvviso tutto cambió: dal sen della stanza affollata, come ululava ai tempi Howard Keel, emerse la donna piú bella che avessi mai visto. Lunghi capelli neri come l’ala di un corvo, fantastici occhi blu, pelle d’avorio; era slanciata, avvolta in un vestito di chiffon azzurro, e si muoveva con una grazia stupefacente. Oh, quel volto di incomparabile bellezza. Quelle spalle nude. Non ce la facevo quasi a guardarla. «Chi é quella donna che parla con Myer Cohen?» chiesi a Ivr."

"Sono tre anni che Miriam se n’é andata, ma continuo a dormire da una parte del letto, e appena sveglio la cerco.Miriam, mia adorata Miriam."

La versione di Barney, di Mordecai Richler, ed. Adelphi

la copertina del libro La versione di Barnet, di Mordecai Richler, ed. Adelphi

3 Risposte a “mordecai richler – la versione di barney”

  1. e adesso attacca con ‘solomon gursky è stato qui’.

    Dopo aver trattato così male il povero barney è il minimo che tu possa fare…

    ari

  2. Anche io ho lasciato la lettura di “la versione di Barney” ben prima della metà…

    Dici devo trovare la forza di superare le prime pagine?!

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