Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso

io-ti-amo
l’io-ti-amo come psicopompo… come la divinità che traghetta le anime dal limbo (dell’incertezza) verso l’inferno (della quotidianità).
perché non esiste il paradiso dell’amore.
l’io-ti-amo ha la stessa funzione della morte (dell’amore), intesa come passaggio, trasformazione, prosecuzione in uno stato diverso, in una forma altra.
come in tutte le religioni il ruolo di psicopompo è affidato a una divinità importante (nel cristianesimo è psicopompo l’Arcangelo Michele e San Pietro, come sanno tutti i raccontatori di barzellette) così nella religione dell’innamorato il ruolo è affidato a questo semplice insieme di parole (un soggetto, un oggetto e un predicato). l’io-ti-amo funziona una volta soltanto.
un biglietto di sola andata.
un viaggio senza ritorno.
Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso scrive che l’io-ti-amo è un proferimento che non sottende alcun messaggio. nessun messaggio dietro una frase proferita. nessun messaggio.
(e Lacan dice che io-ti-amo non è una frase, poiché non trasmette un significato)
quando penso al fatto che DIETRO una frase possa NON ESSERCI nessun messaggio rimango stupefatta. e più la frase è semplice (nella sua costruzione, un io, un tu e un verbo mai all’infinito) meno messaggi ci possono stare dietro.
come la lingua parlata da un bambino (sempre Barthes), senza messaggio, solo tautologia.
[s. f.
1 – forma viziosa del discorso costituita da una proposizione in cui il predicato non aggiunge altro a quanto espresso già di per sé dal soggetto (p. e. quel poeta è autore di poesie)
2 – nella logica contemporanea, enunciato complesso che è logicamente vero, indipendentemente dai valori di verità delle proposizioni elementari che lo compongono.
da
www.garzantilinguistica.it]
all’io-ti-amo corrisponde l’innamoramento, comprendere che l’altro da sè è “atopos, l’unico, l’immagine irripetibile che corrisponde miracolosamente alla specialità del mio desiderio. Egli è l’unico, assolutamente l’unico essere vivente che io possa amare“.
quale è il senso dunque? del libro di Barthes come della vita? delle parole che si usano in amore e dell’amore?
il senso potrebbe essere nella consapevolezza che l’erotismo è nella differenza tra ciò che riusciamo a esprimere e ciò che ci sfugge (l’indicibile, il “senso ottuso“).
un altro livello per comprendere la parola io-ti-amo, è quello della risposta. l’io-ti-amo prevede una solo risposta: “anche-io“. senza questa risposta anche chi parla viene privato del suo stesso significato.

3 Risposte a “Roland Barthes in Frammenti di un discorso amoroso”

  1. Bello il tuo post vecchia frank…io e il mio unico neurone ovviamente ne abbiamo capito solo tratti sparsi..ma bello il tuo post…io non so se io-ti-amo è uno psicopompo, una tautologia o un non-messaggio…so che è l’esplosione di qualcosa, un momento di calore, di sesso, di freddo gelante. so che ha significato solo nell’istante preciso in cui ti scoppia fra le labbra e non c’è altra soluzione che dirlo, dargli fiato, dargli vita. so che non dura. si evolve e quindi non dura. perchè non ha niente a che vedere con l’affetto e la complicità.

    d

  2. Cara Fra, ho perso l’indirizzo email della Sbrilli, me po potresti ridare? E poi, anche a te lo chiedo….ti viene in mente qualche bella immagine di sirene in storia dell’arte? Non so, qualche quadro preraffaellita, o qualcos’altro…….. sto facendo una ricerca per lo spettacolo. Grazie. valent

  3. …dici che all’affermazione “io ti amo” si può solo rispondere “anch’io”….non sono per niente daccordo..io preferisco rispondere “lo so”….

    U’Giuvà

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